Arya Barber Club a Viareggio

Ho scoperto questo barbiere all’inizio dell’estate e l’ho sperimentato molte volte prima di scriverne qui.

Fotografia estratta dalla pagina Facebook di Arya Barber Shop

Prima di tutto un plauso all’iniziativa perché ho saputo di questa realtà tramite Simone (quello che poi è diventato il mio barbiere viareggino) che mi ha contattato su Facebook.

Veniamo al primo indispensabile punto di base (soprattutto data la situazione momentanea): la pulizia. Un locale pulito (molto e se lo dico io…) dove c’è una massima attenzione all’igiene degli strumenti e alla sanificazione di poltrone, sedie, mantelline, asciugamani etc. Simone indossa costantemente la mascherina ffp2 garantendo al cliente la massima sicurezza.

Simone è tanto cortese quanto veloce, preciso ed attento ai minimi particolari volti a soddisfare il cliente. E si sa io sono un cliente piuttosto difficile e se c’è anche un minimo sentore di qualcosa che non mi torna io in quel luogo non ci metto piede nemmeno una seconda volta.

Ho capelli indisciplinati, pieni di vortici e tendenti a gonfiare e Simone sa gestirli in maniera che il taglio mi duri piuttosto a lungo. Idem per il pizzo che pare sempre attraversato da tempeste e che lui riesce a riequilibrare e dargli una forma.

La barba non è non meno difficile dato che i peli mi crescono in più direzioni ed ho una cicatrice sul collo che rende ancor più insidiosa la rasatura. Si inizia con un massaggio al volto con prodotto pre barba per poi passare all’asciugamano caldo, alla rasatura fatta con mano molto leggera e all’asciugamano freddo per calmare l’arrossamento naturale della pelle rasata.

Foto tratta dalla loro pagina Facebook precovid-19

Arya Barber Club è un franchising (per cui io sto parlando della mia esperienza locale) e vengono utilizzati i prodotti di questa linea e sinceramente non ho mai riscontrato alcun problema con essi. Ottimo il rapporto qualità/prezzo.

In barba al virus

Recentemente si è diffusa la notizia che portare la barba potrebbe essere poco sicuro e igienico per prevenire la diffusione del covid-19 per cui molti maschietti si sono armati di rasoio e via il pelo superfluo.

Anche barbuti convinti hanno mostrato nei gruppi Facebook, dedicati al grooming, le foto delle loro belle facce glabre.

In realtà non c’è, ovviamente, nessun pericolo di contagio tra la nostra barba e il virus se abbiamo barbe di una lunghezza che permetta alla mascherina (da indossare solo e se andiamo fuori casa) di aderire al nostro viso perfettamente. Questa l’opinione di diversi medici da me consultati.

Se la barba è imponente si presenta solo il problema appunto della mancata aderenza della mascherina al viso per cui sarebbe come non averla. E ricordiamoci che mascherine fatte con carta forno, stoffa lavabile non servono a niente. Devono essere mascherine sterili che proteggono da eventuali scambi accidentali di saliva.

Ho letto allarmi sui peli che portano batteri, che espongono ai rischi. Se fosse vero non ci saremmo tutti depilati e rasati i capelli a zero? Ragioniamo su queste cose.

Certo se manteniamo la barba pulita è meglio, ma quello dovrebbe sempre far parte della nostra routine giornaliera.

Quindi se temiamo un contagio possiamo sfoltire la nostra barba o, per il momento, ridurla. Ma nulla di più.

 

Superfurry

Sono giorni che mi coccolo con i prodotti della Superfurry avendo quasi testato tutta la loro gamma.

Prima di parlarvene devo dire che il loro servizio clienti si segnala per efficienza, solerzia nel rispondere e gentilezza.

Ma veniamo a questi prodotti che consiglio a chi non teme di indossare profumi di carattere e che si estendono, per intensità e persistenza, al di là della loro linea di azione (barba) con una bella e lunga persistenza. Nel loro sito troverete anche prodotti (quali cere per baffi o le creme per barba a base di cera) che io non recensisco non avendole testate di persona.

Parto dal prodotto loro più particolare perché non ho mai incontrato sul mio cammino uno similare.

PRODUCT X

per parlarvi di questo vi segnalo anche

RAY of LIGHT

sia balsamo sia olio.

Perché questa tripletta? Semplice. “Product x” ha una profumazione neutra ed è ottimo per sistemare qualsiasi tipologia di barba (soprattutto quelle ribelli o ricce) applicandolo in piccola quantità e pettinando poi la nostra barba. Lascia la pelle sottostante la barba morbida ed idratata. Essendo neutro è possibile abbinarlo a qualsiasi balsamo ed olio. Facendo questo mix avremo la barba ancora più morbida, perfetta, difesa e profumata. In questo caso io l’ho abbinato alla linea “Ray of light”.

Che dire di questa profumazione? Sono sincero ho dei miei personali hit olfattivi di questa linea e questo è uno dei top, ma procediamo per ordine. I loro balsami sono tutti molto cremosi (direi quasi burrosi di consistenza) e ne basta davvero poca quantità (almeno su di me che ho un pizzo) per garantire tenuta, protezione e profumazione. Possiamo ricorrere per pettinare al loro pettine di faggio che, per la sua struttura, aiuta ad assorbire e distribuire l’olio o il balsamo per barba. Essendo di legno il pettine è naturalmente antistatico e non conduce il calore, quindi resterà fresco anche se usato durante l’asciugatura con phon o pettine elettrico (se ne consiglia sempre un uso no nmassiccio per non rovinare il pelo con del calore non naturale).

“Ray of light” ovvero una luce mattutina, subito dopo l’alba. Il sole che sorge ad accarezzare gli aranci polposi sugli alberi, a far evaporare la rugiada sui rametti di rosmarino o del verde nei prati, un antidepressivo naturale che vi farà vibrare la barba andando a solleticare sensorialmente ogni singolo pelo. Dolcezza, punte di freschezza e gioia di vivere sono le sesazioni che proverete. Oltre all’indubbia qualità dei prodotti di questa linea.

Ma dopo questo inizio caotico andiamo in ordin.

Partiamo dai due saponi testati.

BEER BEARD WASH

Amo molto il profumo della birra (come ricorderete anche dalla mia recensione di un prodotto della Captain Fawcett) nei saponi da barba e qui oltre ad esso c’è tutta la vaporosa schiumosità della bevanda. La birra è conosciuta da decenni per le sue proprietà benefiche. Una vera e propria crema di sapone con un fresco profumo di pino e rosmarino sottolineati da uno sfondo di malto scuro. La barba rimane morbida e profumata tanto che potremmo (ma perché privarcene?) anche dopo non utilizzare un balsamo od un olio.

FRESH FORMULA

E’ un sapone solido, molto pratico che si può o usare dirrettamente sulla barba umida o sulle mani bagnate e poi applicato. La menta e il bergamotto procurano uno splash di assoluta energia rinvigorente, in una schiuma morbidissima che vi troverete ad annusare con piacere mentre l’applicate. E’ arricchito con latte di capra.

Oli

Qui la sfida si fa dura perché ci sono delle profumazioni che sono, per me, assoluta libidine, ma vi dirò tutte le sensazioni provate e, spero, con assoluta obiettività.

RUM & RAISINS

Questo olio è molto particolare. Pare di entrare in un’antica erboristeria dove accanto ai fiori di camomilla potevi trovare le stecche di cannella, le uvette essiccate e percepire quel sentore di legno antico dei banconi che poteva ricordare le botti in cui il rum viene messo ad invecchiare. Pungente, speziato, acuto, sprofonda nell’anima e ne mette a nudo ombre e luci anche grazie al sentore di garofano. Un profumo che nell’inverno porterà calore e riflessione.

MIKE’S PINE

Balsamico allo stato puro, una passeggiata in mezzo ai boschi, alle resine, agli alberi tagliati, alla terrena ombrosità donata dal vetiver che poi si sbalza sul sentore sacro del cedro. Sicuramente un profumo da uomo forte, amante della natura e del suo lato selvaggio ed indomabile.

2nd KING of 3

Se vogliamo un sentore sacro è sicuramente questo. Il primo pensiero dopo l’applicazione è di sontuoso, intenso, da uomo di alto livello personale, professionale e spirituale. La mirra speziata, legnosa, aromatica si fonde con la dolcezza dell’aroma di arancio dando vita ad un connubio stratosferico.

SPUNKY MANDARIN

Lo appliichi e improvvisamente sei in un giardino all’italiana tra viali di mandarini. Un mandarino dolce con quel fondo di frizzante ed acuto tipico di tutti gli agrumi. Il pepe nero esalta questa acutezza del frutto mentre il sentore di rosmarino riporta su note più verdi, terrenee, profonde. L’allegria racchiusa in un olio.

NEPTUNE’S TEARS

Un senso immediato di freschezza come un tuffo in mare dopo una giornata di canicola solare. Iodio, spuma del mare che lambisce le gambe mentre ce ne stiamo seduti sulla battigia, sentori della macchia mediterranea. Piuttosto persistente per durata.

FIGUE

La golosità dell’estate. Il succo dolce appiccicaticcio che scivola in bocca, sulle mani con un senso quasi di sensuale zuccherosità. Il caldo, la pace, l’allungare la mano a cogliere il frutto del piacere.

CHERRY PORN

Una passeggiata nei boschi al risveglio della primavera. Una bibita fresca da sorbirsi lentamente all’ombra degli alberi. Una nota di malizia e sensuale carnalità nell’aria esaltata dal pepe e dal patchouli che assaltano e stemperano la dolcezza della ciliegia portando verso i recessi della terra.

PIMPS & PUSHERS

Dolce, sfacciato, estivo, eclatante. Sicuramente un sentore per chi non ha paura di mostrare la propria essenza, l’essere un personaggio sopra le righe, anticonvenzionale, folle che sa vivere ogni singolo attimo della sua vita spinta al massimo.

Eau de Cologne

WOOF

Terra, quella profonda, umida. Legno, odore carnale, bestiale (quasi), viscerale, fumo del camino. Un profumo che sa di virilità ferigna. L’oud arriva subito forte come un turbine e ci travolge con il suo carico animalesco di feromoni e sudore. Dopo essere trascinati nella sfera della sensorialità veniamo riportati all’equilibrio mentale dalle note acute, verdi, ombrose, nette e forti.

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Il classico dei classici con bergamotto e vetiver che la fanno da padroni. L’uomo di classe, raffinato, serio che non nasconde ombre. L’uomo che sa le ultime tendenze della moda, del cibo, che vive sempre sulla cresta dell’onda. Un profumo fresco, ma nello stesso tempo solido e profondo.

Balsami

ARCTIC FREEZE

Premessa sulla serietà dell’azienda di cui sto trattando. Sul sito alla descrizione di questo prodotto c’è scritto che non è adatto alle persone asmatiche o allergiche al polline e che contiene canfora e mentolo. Quindi essendo allergico ai pollini, alla mimosa, al lilyum o tuya ed abete e, non amando molto il sentore di canfora, ho titubato un poco a provarlo. E invece…. prima una sensazione di ghiaccio assoluto, secco che penetra la pelle, arriva agli occhi, alle tempie e poi piano piano si stempera sulle note del rosmarino mentre il niaouli (dalle importanti proprietà) rinvigorisce e stempera il tutto. Se si teme le avvertenze consiglio di richiedere magari un campione per testarlo, a me nonostante il mio lato allergenico non ha dato problemi.

WHISKEY & TOBACCO

Una grande cantina piena di botti di stagionatura, il legno pregno di liquido alcolico. Un club londinese per gentleman dove l’aria di sigaro si infila in ogni angolo della stanza. Odori di fumo, di affumicatura, legno stagionato di mobili antichi, tabacco da arrotolare, da annusare e poi fumare.

HELIOTROPEX

Un profumo che ricorda il talco che ci mettevamo da bambini. Un tuffo nelle giostre o nel carnevale innanzi al banchetto dello zucchero filato o del croccante. Dolce, goloso, ma senza esagerare nelle dosi. U n profumo davvero interessante.

Oli e balsami di questa linea rendono la barba bella compatta e lucida.

 

 

 

 

Barberia Manufacture by Lewandowski

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Recentemente ho testato questi tre oli da barba ed intervistato la ideatrice della Barberia Manufacture by Lewandowski. Hanno altri prodotti, che potete vedere sul loro sito, ma io vi parlerò solo di ciò che ho provato.

Ricordo che anni fa si trovavano oli da barba abbastanza inodori e sui vari gruppi Facebook c’era chi sosteneva che le profumazioni non erano adatte alle barbe perché potevano infastidire l’olfatto.

Al di là che anticamente i re usavano proprio oli profumati per sistemarsi la barba non è nemmeno vero che potrebbe dare fastidio all’odorato perché si sa come l’olfatto si assuefa facilmente e dopo poco non si percepiscano più gli odori a meno di non passare le dita tra i peli della barba e far “riattivare” il profumo.

Le Aziende produttrici di prodotti da barba hanno iniziato quasi timidamente ad inserire delle profumazioni, ma quasi tutte monotematiche.

Qui invece abbiamo degli oli che hanno proprio un’evoluzione come i profumi che indossiamo.

Iniziamo con il primo che forse ha la combinazione di profumo più particolare: Cannella- Bergamotto – Patchouli. Il primo sentore che ci arriva subito è quello pungente, forte, speziato della cannella. Non la cannella dei dolci, ma quella proprio speziata, intensa, piccante. Il tutto si stempera sulla freschezza luminosa del bergamotto; una sferzata energica che piano piano cede il posto all’ombra, all’orientale seduzione del patchouli. Un olio che deve essere indossato da una persona che non ha paura di lasciare un’impronta forte in chi lo incontrerà.

Lavanda – Patchouli – Arancio Amaro è un olio fresco, armonioso dove al profumo di lavanda (sinonimo da sempre di pulizia) si unisce la nota speziata del Patchouli che dà quel senso di sensualità animalesca mentre l’arancio amaro dà il colpo di luce a tutta la composizione.

Il terzo olio è Sandalo e Cedro. Un profumo dai toni legnosi, sensuali, mediorientali. Il legno di sandalo piccante, quasi terrigno si mescola al profumo piccante e speziato del legno di cedro che ha delle tonalità anche dolciamare.

Questi oli hanno la base composta dai seguenti oli noti per le loro proprietà addolcenti, antisettiche a anallergeniche: Argan, Jojoba Mandorle dolci, Cocco e Crusca di riso.

Inoltre gli oli essenziali naturali, ecologici, che costituiscono le singole note profumate hanno proprietà antibatteriche e antifunghine.

Di ogni prodotto è ben dichiarato l’INCI.

Ingredienti (INCI): Prunus Amygdalus Dulcis Oil, Simmondsia Chinensis Seed Oil, Oryza Sativa Bran Oil, Argania Spinosa Kernel Oil, Pogostemon Cablin Leaf Oil, Cinnamomum Zeylanicum Bark Oil, Citrus Aurantium Bergamia Fruit Oil, Eugenia Caryophyllus Bud Oil, Eugenol, Limonene, Linalool, Citral.

Prunus Amygdalus Dulcis Oil, Simmondsia Chinensis Seed Oil, Oryza Sativa Bran Oil, Argania Spinosa Kernel Oil, Pogostemon Cablin Leaf Oil, Citrus Aurantium Flower Oil, Lavandula Angustifolia Oil, Linalool, Limonene, Geraniol, Citral, Benzyl Benzoate.

Prunus Amygdalus Dulcis Oil, Simmondsia Chinensis Seed Oil, Oryza Sativa Bran Oil, Argania Spinosa Kernel Oil, Pogostemon Cablin Oil, Cedrus Altanica Bark Oil, Santalum Album Oil, Cymbopogon Flexuosus Oil, Citral, Geraniol, Linalool.

Se leggete l’intervista sopra riportata sono oli che nascono per amore.

Segnalo, avendola sperimentata, la loro spazzola in sete di ginhiale perché davvero molto efficace nel pettinare e lisciare il pelo della barba.

Amederius Beard Care

Recentemente ho provato alcuni prodotti della linea “Amederius“.

Sinceramente è una ditta che mi ha molto colpito per la loro puntualità e professionalità e per la presenza anche di tipologie di prodotti non trovati da nessuna altra parte.

Ho testato alcuni di essi e, sinceramente, non mi hanno dato nessun fastidio o problema e mi sono ritrovato con una barba morbida e leggermente (ma piacevolmente) profumata.

Ma andiamo nell’ordine.

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Inizio con questo Spray protettivo perché nel mio cammino da barbuto non avevo mai incontrato un prodotto di questo genere.

Da etichetta protegge da sole, salsedine, cloro e lavaggi frequenti, dona idratazione e morbidezza. Grazie all’Olio di Fico d’India e all’estratto di Pietra Vulcanica di Tahiti remineralizza e ristruttura la tua barba. Va distribuito prima e dopo le esposizioni. Il profumo è dolce (direi quasi goloso di zucchero caramellato). L’ho spermentato durante il Carnevale di Viareggio dove tra coriandoli e vento di solito la mia barba si stressa notevolmente e devo dire che il risultato alla fine del corso è stato ottimo. Indispensabile.

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Questo mi lasciava perplesso perché non mi capacitavo come un prodotto potesse andare bene per il derma della pelle e per i peli della barba. Quindi è stato il primo che ho testato e con molta curiosità. Per chi, come me, viaggia molto, un prodotto 2in1 come questo è una manna (100 ml sono consentiti anche nel bagaglio a mano se inseriti in una bustina trasparente). Indicato anche per barbe/pizzi corti come il mio si può usare quotidianamente idratando anche la pelle sotto alla barba. Non unge e può essere un’ottima crema giornaliera per tutto il viso (ottimo su pelli secche). Rende davvero la barba più morbida.

La profumazione è fresca e gradevole; la loro linea presenta tre profumazioni:

Citrus (agrumata con sentori frizzanti)

Haram (dolce e profonda)

Teak & Pepe Nero (legnosa e speziata)

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Lo shampoo per me (che lo uso quasi quotidianamente) è uno dei prodotti più importanti dato che spesso all’uso frequente corrisponde una durezza di barba. Non ho mai amato quegli shamppo con la dicitura barba e capelli perché sono due tipologie di pelo differenti. Questo shampoo non fa molta schiuma rispetto ad altri suoi colleghi per cui è, ovviamente, più facile da risciacquare. E (lo sto provando ormai da una settimana) la barba rimane bella morbida (il profumo è davvero persistente, ma non invadente.

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Mi rado al massimo una volta a settimana perché ho una pelle estramente sensibile e i peli molto duri. Fondamentali per me sono i momenti pre e soprattutto post rasatura. uesto prebarba non unge, ammorbidisce subito il pelo e permette lo scorrere del rasoio anche su pelli che possono presentare forme di acneide.

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Ultimi, ma non ultimi due prodotti per me estremamente fondamentali (pensatemi mentre mi bevo un ramen in Giappone!).

La spazzola (impugnatura in legno) è fatta artigianalmente e le setole arrivano a pulire in  profondità senza lasciare residui elettrostatici (per me è importantissimo dato che già tende ad arricciarsi di suo).

Questo è il terzo tipo di salviette che uso. Solo con un tipo non mi sono trovato bene (vedasi articoli precedenti). Queste in bustina sono le più comode. Si strappa il bordo e via, altre soluzioni, sinceramente per me, sono più scomode.

Indispensabili assieme alla spazzola (ed ora anche lo spray protettivo!) per me che viaggio.

A differenza di altre le ho trovate più rinfrescanti, non solo detergenti. Box da dieci salviette. In aereo per me le salviette sono un salvavita dato che mi aiutano a pulire la barba dopo i vari pasti. Non ho mai capito perché servano pasti ricchi di sugo quando per mangiarli devi fare l’equilibrista.

Una nota molto importante è che i prodotti sono inviati per corriere espresso senza spese aggiuntive.

Clive Christian il regalo perfetto per San Valentino

Dopobarba per lui, cioccolatini per lei. Questi i soliti regali dell’ultimo momento senza fantasia e conditi da una cenetta romantica, ma se vogliamo essere creativi e unirci realmente con la nostra anima gemella il regalo perfetto si traduce in un profumo che, attenzione!, non è il “classico profumo”, ma una combinazione di coppia.

La casa di profumi Clive Christian fu fondata nel 1999,  quando Clive Christian acquistò la Crown Perfumery Company che era stata fondata nel 1872 e gli fu concesso l’uso della corona reale dalla regina Vittoria.

La prima uscita della società appena acquistata fu la collezione originale, che presentava le coppie di fragranze “1872”, “X” e “No.1”. Il nuovo millennio portò al rilancio di questa collezione, insieme al rilascio di una nuova famiglia di profumi che era la collezione privata, che consisteva nell’introduzione della fragranza “C” nel 2010, della fragranza “V” nel 2012 e della “L” nel 2014. L’uscita del profumo “V” ha coinciso con l’assegnazione di un OBE a Christian dalla regina Elisabetta II nella lista delle onorificenze per l’anno nuovo del 2012.  Sempre in quell’anno, una bottiglia speciale fu presentata alla Regina per il suo Giubileo d’oro.

Ma perché definisco questo il regalo perfetto di San Valentino?

Semplice ogni profumo è in doppia veste, una tipologia è per l’uomo ed una per la donna. Ma attenzione! In maniera convenzionale. Infatti i nostri gusti possono farci preferire uno o l’altro al di là dei generi. Infatti un profumo sviluppa l’altro, o lo completa o lo esalta.

Quindi possiamo anche indossarli entrambi andando a spruzzare per primo quello favorito. Così i nostri sentori si andranno ad unire, mescolare, esaltare con quelli della persona da noi amata.

Ho avuto l’onore e il piacere di assistere ad una degustazione di questi profumi presso la Profumeria Testaccio dove è psossibile avere informazioni o richiederli.

Ma partiamo dal packaging.

Ogni profumo della linea si caratterizza per un box che già sottolinea la specificità del prodotto che stiamo andando a scegliere e ne descrive le tipicità.

1872

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1872 for Men di Clive Christian è il profumo che interpreta perfettamente un classico della profumeria inglese. Petit grain, mandarino e lavanda si incontrano con la salvia sclarea generando energia, vigore e freschezza. Il profumo per antonomasia, frizzante, fresco, vitale, per affrontare una giornata in piena energia.

1872 for Women di Clive Christian è un esclusivo profumo con ingredienti vegetali, lavorati in modo da ottenere una essenza le cui proprietà perdurano nel tempo. Per questo profumo fresco e femminile viene utilizzata la preziosissima Rosa di Maggio (per produrre una sola goccia sono necessarie ben 170 rose!). Il Bergamotto Italiano apre la fragranza su questa Rosa adagiata su un fondo di legni orientali. Una donna in carriera, sportiva, elegante.

Quindi già da queste brevi descrizioni si può intuire bene come i due profumi si associno,, si mescolino o completino.

Noble VII Queen Anne

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Noble VII Queen Anne – Rock Rose for Men di Clive Christin celebra il maestoso giardino della Regina Anna del XVIII secolo. Le iniziali ed intense note dell’arancia Tarocco si uniscono al pepe nero, alla lavanda e alla fresca e verde salvia, conferendo a Rock Rose un prestigioso aroma di cuoio e muschio. Lo zafferano, nel fondo, dona complessità alla fragranza. Un profumo per l’uomo che sa affascinare e travolgere con sensualità ferina.

Noble VII Queen Anne – Cosmos Flower for Women di Clive Christian celebra sempre la maestosità del giardino reale della Regina Anna del XVIII secolo. Le agrumate e frizzanti note del limone si uniscono nel cuore con il cacao e il prezioso Cosmos, il fiore dell’amore. Nel fondo il sentore della resina balsamica del benzoino sigilla il carattere gourmande della nobile fragranza. Per quelle donne che sanno godersi la vita.

E’ palese, come dicevo prima, che le indicazioni Uomo e Donna siano solo delle convenzioni per dei profumi che vivono tanto da soli quanto si possono esaltare accoppiandoli.

Noble VIII Rococò – Immortelle

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Noble VIII Rococò – Immortelle for Men di Clive Christian omaggia la grandezza e l’opulenza dell’epoca Rococò. Le frizzanti note iniziali del bergamotto si fonde con il sentore di Immortelle, il fiore Perenne, i cui petali restani sempre di colore giallo brillante anche dopo l’essiccazione. Nel fondo, il sentore legnoso del papiro dona austerità alla fragranza. Un profumo particolare che dall’energia sprofonda verso una lenta sensualità (è l’accoppiata che preferisco lo confesso).

Noble VIII Rococò – Magnolia for Women di Clive Christian omaggia le icone più amate dell’epoca Rococò. Le verdeggianti note iniziali del cassis aggiungono un sentore tropicale e fruttato all’inebriante fiore della magnolia. Nel fondo, il muschio di quercia esalta e sigilla la raffinata e preziosa fragranza. Per la donna che è uno stato di femminile sensualità dal capo ai piedi in maniera naturale.

Foto prese dal web.

 

Floraïku

Di recente per due eventi legati al mio gruppo di ikebana della scuola Sogetsu mi sono trovato a studiare i profumi della maison Floraïku (che esce dalla creatività di Clara e John Molloy di Memo) distribuita in italia da Campomarzio70.

Prima di tutto voglio parlarvi dell’estetica di questo prodotto perché per me è semplicemente geniale quanto stupenda.

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(foto presa online)

Il profumo è racchiuso in un bentō ovvero i contenitori che i giapponesi utilizzano per servire o trasportare il cibo spesso realizzandovi con esso incredibili disegni o disposizioni di formi e colori molto particolari.

Quello che in apparenza sembrerebbe il tappo della boccetta del profumo in realtà (inserendovi il refil in dotazione) è il flacone da viaggio (entrambe le confezioni hanno ovviamente i loro tappi). Ogni profumo ha una confezione da viaggio con un pattern decorativo differente come ad esso vi è dedicato un haiku apposito inciso sul retro del flacone “principale”.

La linea si suddivide in tre sezioni: Fleurs énigmatiques Ikebana, Épices et thés secrets O Cha e Cérémonie Kodo – Encens interdi.

Chi mi conosce sa del mio legame con il Giappone e la sua cultura per cui ho davvero apprezzato l’estetica di questo lavoro e la perfetta cura che ha nel ricostruire i pattern tipici dell’arte giapponese. Ma il profumo?

Premetto che in Giappone dove regna la massima pulizia ed igiene non si avvertono mai profumi (soprattutto forti) ed è impensabile lasciare la “scia”. Persino le loro nuvole di incenso nei templi hanno un odore più tenue e leggero del nostro.

I loro profumi sono “intimi” devi avvicinarti alle persone o alle cose per percepirli. Questo non vuol dire che siano tenui anzi. Se ci accostiamo ai grandi recipienti da cui scaturisce l’incenso una traccia resterà sui nostri abiti per lungo tempo.

Quindi come potrebbero essere questi profumi? Vi parlo delle sensazioni di quelli che ho avuto la fortuna di sentire.

Inizio dal mio preferito in assoluto: “My love has the colour of the night”.  Gaiac, patchouli e vetiver le note portanti. E’ un profumo profondo, quasi scuro, ma che ha delle punte di luce. Si potrebbe essere al centro di un tempio shintoista tra le ombre e le luci degli alberi, le colonne di legno, i braceri di incenso e l’odore dell’inchiostro con cui scrivono le preghiere nei shuin-cho. Bellissimo e rinfrescante.

“I’m not a flower”. Oud bianco, zenzero, sandalo e ambra. Tanto il precedente è scuro quanto questo è luminoso quasi “dolce”. Si potrebbe essere innnanzi al folgorante e splendido Kinkaku-Ji Temple immersi nel suo oro.

“Flowers turn purple”. Ambra, lavanda e basilico. E’ la freschezza assoluta, quella che si prova entrando in una pozza di acqua fredda in un onsen durante una canicolare giornata estiva giapponese. Verde e  lucida come il basilico appena bagnato dalla rugiada su cui si instaura una nota acuta di lavanda.

“First dream of the year”. Concreta di iris, pompelmo e fiori d’arancio. In Giappone la frutta è tanto costosa quanto di forma, sapori e profumi è perfetta. Una composizione tradizionale di ikebana è il morimono che prevede appunto come elemento principale la frutta disposta in un determinato ordine di colori e forme a cui si possono abbinare anche fiori.

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(morimono e foto di Luca Ramacciotti)

L’iris giapponese ha tutta una sua tecnica precisa di utilizzo negli ikebana oltre ad essere un soggetto onnipresente nei dipinti di paraventi, muri delle sale e ventagli.

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(Ikebana e foto di Luca Ramacciotti)

 

In un colpo solo un intero mondo. E’ un profumo che annuncia la primavera stemperando i rigori dell’inverno che iniziamo a lasciarci alle spalle.

“One umbrella for two”. Assoluta di cassis, tè genmaicha e cedro. Il genmaicha è un tè giaponese particolare perché tra le foglie presenta dei chicchi di mais tostato che gli conferisce un retogusto di “nocciola” mescolato a… popcorn. Questo sentore spicca molto nel profumo e viene stemperato dal cassis. Potremmo essere in una sala da tè giapponese mentre contempliamo il giardino antistante come ho fatto io visitando la casa di Okochi Denjiro.

“The moon and I”. Assoluta di mate, matcha e cedro. Un profumo forte, molto erbaceo che richiama il sapore “polveroso” e amaro del famoso matcha, il tè utilizzato per la cerimonia del tè. Un profumo tanto energico quanto, paradossalmente, rilassante e riflessivo.

 

Oils Factory Sweden

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Ho di recente provato questi tre oli d barba e credo che presto completerò tutta la serie.

La confezione essenziale in vetro nero (così l’olio è più protetto dalla luce) ha le etichette vagamente rétro e per questo trovo il packaging davvero molto molto carino.

Inoltre la boccetta è facilmente maneggevole.

Amo molto gli oli da barba con la pipetta perché si dosano bene e non devi stare a shakerare la boccetta come un invasato.

Da dove iniziare? Sono indeciso perché amo tutte e tre le profumazioni che sono assolutamente golose.

Al di là dell’ovvio stile gourmand di Mango & Papaya (lo dice il nome) devo dire che tutti e tre hanno un sentore caramelloso, come di marmellata che ti fa venir voglia di… leccarti i baffi.

Sul retro della confezione sono scritti gli ingredienti (oli di macadamia, ricino, argan, mandorlo e vite) e soprattutto, per me è molto importante, che la fragranza dell’olio è realizzata al 100% a mano.

La tenuta è ottima e soprattutto è un olio che si assorbe facilmente e non unge (sinceramente non è male per la pelle quindi consiglio di non risciacquare le mani dopo averlo passato sulla barba).

Mango e Papaya. Se siete stato in un paese dove questi frutti nascono saprete di ciò che sto per parlare. Il profumo del frutto scaldato dal sole (ben lontani per profumo e sapore da quelli che arrivano in Italia), il succo zuccherino, sciropposo ed appiccicaticcio che lecchi golosamente tra le dita. Ecco cosa mi ha ricordato il sentore di questo strepitoso olio da barba. Da usare l’inverno per ricordarsi della bella stagione. Da usarsi d’estate perché sa tanto di sole e caldo.

Poppy. Apri la boccetta ed ecco lì il sapore dolce (ma non dolciastro né pesante) che ti solletica la fantasia e ti porta in un prato primaverile. Sei circondato di papaveri di ogni forma e colore, ne senti i petali di carta sotto le dita. Euforia alla stato puro. Un profumo primaverile che ti riporta il buonumore nelle giornate invernali piovigginose. Da tenersi a portata di mano in caso di bisogno di un raggio di sole.

Orchid. Questo sentore era quello su cui avevo più dubbi. Non chiedetemi perché, ma per me l’orchidea ha una valenza femminile. Respinsi anche l’idea che nel mio nome da maestro di ikebana avessi qualche riferimento (come avrebbe voluto la mia maestra essendo lei Ranson ovvero Orchidea Preziosa) a questo fiore. E invece gli amici della Svezia mi hanno fatto ricredere perché assaporando quest’olio si avverte subito una nota pungente che stempera la dolcezza del fiore. Sembra di camminare lungo una serra, si avvertono i fiori, ma anche il terreno in cui crescono, l’umidità a loro collegata. Devo dire un sentore davvero elegante. Da indossare in serate speciali.

Per informazioni/acquisto. info@oilsfactorysweden.se

 

 

YaqiBrush

Spesso dire che un oggetto è cinese è sinonimo di cosa tanto economica quanto di fattura pessima, ma ad ogni regola ci sta la sua eccezione.

Personalmente mi sono avvicinato ai pennelli della Yaqi perché oggetto di controversie su vari gruppi di Facebook dedicati alla rasatura; chi li esaltava e chi li demoliva.

Il prezzo era notevolmente basso e così attraverso AliExpress acquistai il mio primo Yaqi.

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SAGRADA FAMILIA – Diametro ciuffo: 24mm – Altezza ciuffo: 53mm – Altezza manico: 48mm – Diametro alla base: 38mm.

Mi trovai subito bene per la compatezza del ciuffo e per la comoda impugnatura e poi diciamolo anche il lato estetico ha il suo fascino.

Sinceramente mi  trovai molto bene anche per la morbidezza del ciuffo (ovviamente sintetico dato il basso prezzo). Tra l’altro venivo da una pessima esperienza con un’altra marca di cui non rivelerò il nome perché alcuni puristi quasi mi lapidarono online quando dissi che preferivo il “cinese” all’altro.

Come dicevo prima però probabilmente non tutto ciò che è cinese è di pessima fattura tanto e vero che molti artigiani del pennello usano come ciuffi quelli della Yaqi e che questi pennelli stanno conquistando velocemente il campo internazionale.

Ovviamente non li paragono a certi pennelli di alto livello, ma ad altri di fascia similare sì e per me vincono la gara.

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Sempre scegliendo in base all’estetica il mio secondo pennello è stato il Rainbow: Diametro ciuffo: 26mm – Altezza ciuffo: 55mm – Altezza manico: 77mm – Diametro alla base: 40mm.

L’unica cosa un poco antipatica dell’acquisto di questi pennelli era la transizione con AliExpress perché i tempi di spedizione erano lunghissimi (dai 20 giorni al mese) e la confezione la seconda volta mi è arrivata rotta (per fortuna il pennello non era danneggiato).

A tutto questo ora però in Italia c’è la soluzione in quanto Original Toiletries ha l’esclusiva di vendita dei pennelli (e rasoi, ma questi ancora non li ho sperimentati) di questa ditta. Sul loro sito si possono vedere quelli in vendita (che sono tra i più gettonati di questa serie) che sono molti di più di quelli rintracciabili anche su Amazon (oltre al rapporto qualità e cortesia di questo negozio).

Ed è così che sono venuto in possesso del mio terzo pennello Yaqi.

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Country Green 24: Diametro ciuffo: 24mm – Altezza ciuffo: 60mm – Altezza manico: 55mm – Diametro alla base: 39mm

Forse dei tre in mio possesso è quello che ha l’impugnatura più ergonomica e comoda per le mie mani. Si afferra saldamente e comodamente. Tra l’altro quello in foto è proprio un’esclusiva di Yaqi per O.T. del suo modello R1605.

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Il ciuffo è molto morbido, non perde mai i peli e si asciuga piuttosto facilmente e poi il rapporto qualità/prezzo rimane davvero imbattibile.

Mio fiore mattutino

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Turandot, l’ultima opera di Giacomo Puccini, l’incompiuta (ma lo è davvero? Non è abbastanza grandiosa la scena della morte della schiava Liù da chiudere l’opera e la vita del compositore lucchese?).

Un’opera particolare dove la protagonista (Turandot) apre bocca solo a metà del II atto, prima è solo nominata e compare brevemente lasciando ammaliato Calaf “Non senti? Il suo profumo è nell’aria! E’ nell’anima!” Un personaggio complesso che si presenta dura, sprezzante, timorosa del divenire donna (in senso fisico), ma che con un bacio appassionato e il sacrificio di Liù scoprirà il nome dell’Amore.

U’opera di cui più volte ho seguito e realizzato la messa in scena per cui quando ho sentito parlare di un profumo intitolato e dedicato a Turandot mi si sono rizzate subito le antenne.

Caterina Zerini ha creato questo profumo sfidando la complessità di questo personaggio e visualizzandone le evoluzioni sentimentali fino a concretizzarle in sentori.

Ho avuto l’onore e la possibilità di poterlo assaggiare e dico subito che è un profumo femminile, MA addosso ad un uomo potrebbe far ripensare ad una notte di passione appena conclusasi, ad un ricordo di sfioramento di corpi. Io lo indosserei tranquillamente (e credo che alla prima di Turandot di quest’anno sarà d’uopo farlo!).

Caterina mi ha detto il concetto che c’è dietro al suo profumo, ma io ne vedo un’altra storia possibile forse legata al mio lavoro di regista.

L’opera è estremamente sensoriale già dall’inizio dove si parla di morte, di sangue, abbiamo una musica incalzante per cui quasi pare di vedere e sentire l’odore del sangue, la scarnificazione delle pelli descritta quando improvvisamente compare lei, algida, in una veste argentea, una breve apparizione che folgora Calaf (il Principe Ignoto), che ne percepisce il profumo che gli ottenebra la mente, il cuore, l’anima. Quindi un profumo forte, esplosivo come una tuberosa, che avvolge, frastorna, ammalia.

Il secondo atto (II quadro) l’Imperatore (padre di Turandot) appare tra le nuvole e gli aromi e l’incenso che piano piano si dirada (sandalo che favorisce la creatività, l’intuizione e la saggezza.). E’ in questo sentore che rimane palpabile nell’aria che fa la sua seconda comparsa Turandot e di cui finalmente sentiamo la voce. Tre enigmi propone. Uno è la morte. Calaf le risponde che uno è la vita ed inizia il duello tra loro due che si fa aspro, intenso perchè Calaf inizia a vincere (ma soprattutto come Turandot gli confesserà nel III atto lei iniziava ad innamorarsi di lui sentendo il suo sguardo addosso perchè “C’era negli occhi tuoi la luce degli eroi! C’era negli occhi tuoi la suprema certezza.. E t’ho odiato per quella.. E per quella t’ho amato.”). Quindi lei vive la gara sapendo che se ne sta innamorando e quando viene sconfitta e supplica inutilmente il padre è come se fosse una sposa riluttante (ma in realtà scopriremo che non lo era del tutto) per cui il simbolo per eccellenza è il sentore di neroli (simbolo anche di uno stato di verginità), il profumo che caratterizzava le spose, tanto dolce quanto (e in questo caso si lega stupendamente all’idea dell’opera) con un leggero retrogusto amarognolo, quasi freddo in tanta mielosità.

Calaf le gette in faccia la sfida: deve indovinare il suo nome. Ha una notte di tempo per scoprirlo. Pensiamoci siamo in Cina (per la precisione a Pechino – Al tempo delle Favole come recita il libretto scritto da Adami e Simoni), di notte, nel giardino antistante la reggia. Ancora una volta Calaf è avvolto dai profumi, i sentori che ricordano la femminilità di Turandot. Da lìa poco Liù si toglierà la vita per lui, giovane, innamorata fino al sacrificio, una vita che quindi scivola via fugacemente come la durata di una gardenia (altro fiore bianco!). Un sentore tanto delicato quanto persistente, che avvolge, si insinua nelle pieghe dell’animo.

E infine arriva l’alba. La morte, il sangue sono spazzati via dalla luce del sole e l’amore trionfa. La dolcezza dell’amore (vaniglia). Un’orchidea esotica, un fiore tanto bello quanto delicato e fragile.

Un profumo molto riconoscibile, dolcissimo, sensuale come può essere solo una storia di vero amore al Tempo delle Favole.